Perché votare per il PE?
Una possibile risposta si trova nell’importanza del Parlamento europeo, in quanto unica istituzione che ci rappresenta come cittadini europei. Alcuni voteranno per un apprezzabile senso civico o perché il suo voto conterà di più che in precedenza. In effetti, il nuovo Parlamento europeo avrà più poteri che in passato.
Vi sono coloro si chiedono come possa l’Unione europea costituire un motivo sufficiente per spingere tante persone in Ucraina a rischiare la vita e a morire. Forse diamo per scontato che l’UE offra «ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne...». O forse non realizziamo che gli Stati nazionali da soli non possono trovare una soluzione efficace a problemi che superano i loro confini.
Vi sono anche coloro che sono impressionati dai messaggi dei populisti che chiedono di ritornare alla vecchia lira, senza spiegare con onestà intellettuale che non si è ancora trovato il modo di farlo senza mettere a repentaglio la coesione di un paese e la salvaguardia delle persone più deboli. D'altra parte chi s’azzarda a spiegare nei dibattiti politici che i principali limiti sofferti dalla moneta unica derivano, al contrario, proprio dalla mancanza di un assetto istituzionale federale, ben diverso da un super Stato?
Tutto questo non è facile spiegarlo e forse oggi non basta per decidere di andare a votare.
Come coordinatore nazionale dell’unica Iniziativa dei Cittadini Europei per la scuola, a favore di «un’Educazione europea di qualità elevata per tutti», ho ricevuto riscontri da tanti. La visione di Europa rimane quella di una «Casa», in costruzione continua, con alcune stanze da rifare. Una famiglia di cittadini e di Stati dove, nel rispetto delle differenze, la solidarietà e la responsabilità vadano di pari passo. Una CasaEuropa aperta e attenta a chi ha più bisogno, dentro e fuori. In questa ottica, l’Europa diventa un bene comune.
Vi è dunque qualche motivo per cui votare? La risposta che mi sono dato riguarda il futuro, la solidarietà intergenerazionale. Il futuro dei nostri figli è negli Stati Uniti d’Europa, se non nel mondo. Rasenta l’illusione pensare l’Italia da qui a 20 anni isolata dal resto dell’Europa, con la sua Lira e barriere locali difficili da immaginarsi.
Queste elezioni del Parlamento europeo sono uno spartiacque che segnerà i prossimi decenni. Non è un caso che gli «euroscettici» alzino la voce. Non possiamo astenerci stando a guardare che altri scelgano il futuro dei nostri figli. I nostri ragazzi ci «prestano» il loro voto e noi non possiamo sciuparlo. Vogliamo rifare l’Europa e votare rappresentanti in un Parlamento europeo determinato nel trasformare i Trattati in una vera Costituzione europea, per mettere i nostri mattoncini nella costruzione della CasaEuropa.
Marco Lagana'