Insieme vinciamo. Cosa significa?
Cosa vuol dire che Insieme vinciamo?
Innanzitutto significa rendersi conto che io non sono solo. La solitudine è una crescente sofferenza per l’umanità, ma può essere combattuta. Io sono quello che sono, perché sono in relazione con gli altri. Io sono un marito perché ho una (amabile) moglie. Sono un lavoratore perché ho un datore di lavoro. Sono un genitore perché ho dei (meravigliosi) figli. Io posso essere parte di una associazione o di un gruppo informale. Sono un cittadino perché sono parte di uno stato. Ma soprattutto, io sono una persona perché sono sempre parte di una comunità. Questa può essere la mia famiglia, i miei compagni di classe o colleghi di lavoro, la mia associazione, la mia azienda, il mio quartiere, la mia città, il mio paese, il mio network sociale o la mia famiglia mondiale…
Secondo, significa trovare il modo per essere felici e fare felici gli altri. Una volta che ho realizzato che non posso essere felice da solo; dovrei dare del mio meglio, nella vita e sul lavoro, per perseguire questo obiettivo. In altri termini, sento il desiderio di scoprire come dare il mio piccolo contributo per lasciare il mondo meglio di come l’ho trovato? Di portare il mio piccolo mattoncino nella costruzione della Casa per continuare a imparare, crescere e migliorarmi? Più facile a dirsi che a farsi. Questo richiede un cambiamento di paradigma culturale. Devo pensarmi immerso dentro una comunità più grande o in Team. Al riguardo, sul mio tablet ho uno screensaver significativo. È una lista di sette suggerimenti per i quali sono stato ispirato dall’associazione scout AGESCI. Questi suggerimenti sono abitudini molto buone che possono aiutare a spiegare il significato che attribuisco a Insieme vinciamo, che è tradotto nella pratica dall’approccio Team-CARE, grazie al lavoro del Team Coach.
Sette modi per cambiare la mia società… e il mondo:
Vivi per gli altri e non solo per te stesso
Accetta le opinioni altrui e non imporre le tue idee
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Dai a tutti la possibilità di imparare e sii un buon esempio per i più giovani
Valorizza le tue qualità…e riconosci quelle degli altri
Sentiti parte di una squadra ed una grande comunità
Rispetta e ascolta gli altri
Un supporto scientifico che apprezzo e trovo utile per il Team Coaching, per aiutare a comprendere come essere felici e star bene, viene dalla cosiddetta psicologia positiva. È stata introdotta da Seligman negli anni ’90. Seligman, a partire dal suo libro “Imparare l’Ottimismo” (1990), presenta un quadro teorico e applicativo che mette al centro la felicità umana, il benessere soggettivo e la qualità della vita. Petersen e Seligman nel 2004 classificano le virtù universali e le potenzialità personali. Altri contributi teorici importanti per la professione del Coach rimandano ad Albert Bandura (1997) e la sua teoria dell’apprendimento sociale e dell’autoefficacia. In generale, un contributo scientifico fondamentale arriva da tutta la comunità di docenti universitari, ricercatori e coach professionisti che si propongono di studiare e migliorare costantemente il metodo del coaching (cosiddetto movimento Evidence-Based Coaching).
Terzo, una volta realizzato che non si può trovare la felicità da soli e aver letto dei buoni suggerimenti per fare qualcosa per gli altri, trova la tua strada per essere concreto e metterli in pratica. Cosa devo fare concretamente? “Io ho difficoltà a cambiare il mio posto di lavoro dove siamo in pochi, lasciamo stare il mondo”. Penso sia importante essere sempre pronti a imparare, mettersi in gioco e migliorarsi. Vorrei considerarmi, almeno questo è il mio desiderio, un educatore. In realtà, sono convinto che ognuno di noi sia un potenziale educatore, magari inconsciamente. Dovremmo sempre provare a ispirare, valorizzare gli altri portando fuori le loro migliori qualità e talenti. Dovrebbe succedere sia che tu sia un genitore, un fratello o sorella, un amico o collega, un leader o un manager.
Il cercare continuamente di apprendere in merito a come funzionano le relazioni tra le persone mi aiuta a comprendere perché il vivere e il lavorare insieme, per molti, sia cosi difficile. Perché le persone dimenticano la loro vocazione a contribuire per il loro benessere e il bene degli altri. Più importante, mi stimola a pensare cosa potrei fare io per migliorare le cose attorno a me.